Le nuove regole per la cessione del credito 2023

Le nuove regole per la cessione del credito 2023

Come cambia la cessione del credito 2023 dopo lo stop arrivato con il Decreto Blocca Cessioni?

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Il Decreto Legge 11/2023 ha scatenato grandi preoccupazioni tra i contribuenti interessati alla cessione del credito d’imposta, in quanto ha introdotto importanti modifiche alle regole esistenti.

Tuttavia, il recente Decreto Blocca Cessioni, approvato d’urgenza nei giorni scorsi, ha apportato ulteriori cambiamenti alla cessione del credito 2023, lasciando molti a chiedersi se sia ancora possibile usufruire di questa pratica per beneficiare dei bonus fiscali.

In questo articolo, esamineremo in dettaglio come la cessione del credito 2023 è cambiata dopo lo stop arrivato con il Decreto Blocca Cessioni e quali sono le implicazioni per le imprese ed i contribuenti interessati.

Cessione del credito 2023, le modifiche del decreto blocca cessioni

I punti principali del decreto cessioni sono i seguenti:

  • stop agli enti locali all’acquisto dei crediti da Superbonus;
  • responsabilità solidale del cessionario;
  • stop alle nuove cessioni del credito e allo sconto in fattura;
  • stop anche al vecchio meccanismo di cessione dei crediti (dl 63/2013).

Di seguito analizziamo brevemente le novità una per una delle nuove regole per la cessione del credito 2023.

cessione del credito 2023: le nuove regole dopo il decreto blocca cessioni

cessione del credito 2023: le nuove regole dopo il decreto blocca cessioni

Niente più acquisto dei crediti fiscali da parte degli enti locali

Il mondo della cessione del credito 2023 ha subito un altro colpo, rivolto soprattutto agli enti locali. Le regioni e le province stavano cercando di rilanciare il settore edilizio sbloccando una serie di cantieri attraverso l’acquisto di crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, ma il Decreto Blocca Cessioni ha messo fine a questa pratica.

Il governo, infatti, ha introdotto un divieto per i comuni, le province e le regioni di acquistare questi crediti, allo scopo di evitare ulteriori danni alle casse dello Stato. In particolare, l’art. 1 comma 1 lett. a) del decreto prevede che:

ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le pubbliche amministrazioni […] non possono essere cessionari dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui al comma 1, lettere a) e b) dell’art. 121.

Cessione del credito 2023: Responsabilità solidale del cessionario

Il Decreto Blocca Cessioni ha introdotto una serie di regole riguardanti la responsabilità solidale del cessionario in caso di truffa o dolo, cercando di sbloccare i crediti incagliati. In particolare, l’art. 1 comma 1 lett. b) del decreto prevede che i cessionari possano essere esclusi dalla responsabilità in solido solo se sono in possesso di una serie di documenti specifici. Li abbiamo riportati qui di seguito:

  • notifica preliminare ASL oppure, nel caso di interventi per i quali tale notifica non è dovuta in base alla normativa vigente, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti tale circostanza;
  • titolo edilizio oppure dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nel caso di edilizia libera, in cui sia indicata la data di inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili e non necessitano di titolo;
  • asseverazioni, quando obbligatorie per legge, dei requisiti tecnici degli interventi e di congruità delle relative spese, corredate da tutti gli allegati previsti dalla legge, rilasciate dai tecnici abilitati, con relative ricevute di presentazione e deposito presso i competenti uffici;
  • nel caso di interventi di efficienza energetica: relazione tecnica (legge 10), APE / APE convenzionale, oppure dichiarazione sostitutiva che attesti la non necessità di tale documentazione;
  • visura catastale ante operam dell’immobile oggetto degli interventi, oppure, nel caso di immobili non ancora censiti, domanda di accatastamento;
  • fatture, ricevute o altri documenti comprovanti le spese sostenute, nonché documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle spese medesime;
  • delibera condominiale di approvazione dei lavori e relativa tabella di ripartizione delle spese in caso di interventi su parti comuni;
  • visto di conformità rilasciato dal commercialista;
  • attestazione delle banche o istituti di credito che intervengono nelle cessioni di avvenuta segnalazione delle operazioni sospette (art. 35 dlgs 231/2007) o di astensione (art. 42 dlgs 231/2007).

Le nuove regole per la cessione del credito 2023 prevedono che solo il possesso di questi 9 documenti possa salvare il cessionario in caso di controlli e responsabilità accertate. Resta comunque da sciogliere il nodo del sequestro preventivo del credito.

 Quali sono i bonus a fare le spese dello stop allo sconto in fattura?

Il vero punto dolente delle nuove regole per la cessione del credito 2023 è che dal 17 febbraio non è più possibile procedere con la cessione del credito né con lo sconto in fattura per i seguenti interventi (art. 121 c. 2):

  • efficienza energetica;
  • recupero o restauro della facciata;
  • misure antisismiche;
  • recupero del patrimonio edilizio;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • colonnine di ricarica.

In altre parole, questo significa che fare le spese del decreto blocca cessioni nel 2023 sono i seguenti bonus:

  • superbonus;
  • ecobonus;
  • bonus facciate, i cui crediti sono ancora in circolazione;
  • sismabonus;
  • bonus ristrutturazione;
  • detrazione per l’installazione degli impianti fotovoltaici;
  • detrazione per l’installazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • bonus barriere architettoniche.

come funziona per le imprese il blocco della cessione del credito?

Abbiamo visto come, sempre con decorrenza dalla data di entrata in vigore del decreto n. 11/2023, non è più consentita la prima cessione di tutta una serie di crediti d’imposta, istituiti negli ultimi due anni. Abbiamo precedentemente preso in esami i crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi. Ma non sono solo questi quelli modificati dalle nuove sulla cessione del credito 2023.

Il Dl blocca cessioni interviene anche sulle prime cessioni dei:

  • bonus energia per le imprese energivore e non, 
  • crediti per il settore della ristorazione, 
  • crediti relativi alla cosiddetta super Ace,
  • bonus concessi a favore delle imprese turistiche e per le agenzie di viaggio.

Restano fuori dalla tagliola introdotta dal comma 4 dell’articolo 2 del dl n. 11/2023 i crediti per i quali, prima del 16 febbraio 2023, sia stato stipulato un contratto di cessione avente data certa.

Quando sarà ancora possibile cedere il credito d’imposta?

Le nuove regole per la cessione del credito 2023 prevedono comunque delle eccezioni. Le elenchiamo qui di seguito:

  • interventi Superbonus diversi da quelli effettuati dai condomìni (in sostanza le unifamiliari) per i quali sia già stata presentata la CILA-S (CILA-S entro il 16 febbraio 2023);
  • interventi effettuati dai condomìni per i quali sia stata adottata la delibera assembleare e risulti presentata la CILA-S (entro il 16 febbraio 2023);
  • interventi di demolizione e ricostruzione per i quali sia stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo (entro il 16 febbraio 2023).

Per tutti gli altri bonus invece, vale sempre la regola generale che è possibile cedere il credito solo per le CILAS presentate entro il 16 febbraio.

Cessione del credito, anche le vecchie regole sono abrogate!

A questo punto è lecito chiedersi se sarà più possibile usufruire dello sconto in fattura o cessione del credito secondo le regole previgenti al dl 34/2020. Si perché in realtà, questo meccanismo è stato introdotto ben prima del Decreto Rilancio ma in una delle tante modifiche dal dl 63/2013.

Ad un’attenta analisi del dl 11/2023 possiamo notare come la possibilità di usufruire della cessione del credito sia stata abrogata totalmente, anche per quanto riguarda le vecchie regole.

La detrazione in dichiarazione dei redditi o la compensazione orizzontale (ne parliamo qui) sono quindi le uniche strade, al momento, per beneficiare dei crediti fiscali maturati.

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