Piano di contenimento dei consumi di gas: cosa prevede?

Piano di contenimento dei consumi di gas: cosa prevede?

Pubblicato il piano di contenimento dei consumi di gas da parte del Ministero della transizione ecologica. Ecco cosa prevede!

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Il Ministero della Transizione Ecologica ha da poco pubblicato il piano di contenimento dei consumi di gas (puoi consultarlo qui) che sarà valido per questo inverno. Il piano fa parte della strategia italiana che a sua volta si inserisce in quella europea di risparmio energetico vista la complicata situazione geo-politica internazionale.

Il conflitto tra Russia e Ucraina sta infatti provocando conseguenze sempre più gravi in tema di aumento dei prezzi del gas e dell’energia elettrica. D’altronde non potrebbe essere così cisto che la Russia è il principale esportatore di gas del mondo e che esporta gran parte di questo gas in Europa. Il vecchio continente si è però schierato dalla parte dell’Ucraina ed ha imposto pesanti sanzioni alla Russia. Come ritorsione quest’ultima ha tagliato le forniture di gas verso l’Europa, carenza che ha provocato il recente caro bollette e che impone ai governi europei di agire prontamente per far fronte all’improvvisa carenza di gas.

Proprio in vista di una situazione in cui molto probabilmente dovremo fare a meno del gas russo per riscaldarci questo inverno, lo stato italiano ha varato il piano di contenimento dei consumi di gas. Questo piano prevede di ridurre volontariamente i consumi di gas di 5,3 miliardi di metri cubi rispetto all’anno scorso per il periodo compreso tra lo scorso primo agosto e il prossimo 31 marzo. Per rendere meglio l’idea, tale quantità ammonta a circa al 9,5 per cento del totale sul periodo.

Ma in cosa consiste questo piano di contenimento dei consumi di gas?

Abbiamo cercato di spiegarlo qui di seguito.

Le azioni del piano di contenimento dei consumi di gas

Il piano di contenimento dei consumi di gas varato dal ministero della Transizione Ecologica prevede di ridurre i consumi di gas di 5,3 miliardi di metri cubi rispetto all’anno scorso attraverso due azioni strategiche:

  1. La prima azione ha l’obiettivo di massimizzare la produzione di energia elettrica con fonti alternative al gas, come carbone, olio combustibile e bioliquidi, cioè combustibili derivati da sostanze vegetali. Questa azione permetterebbe di ottenere un risparmio pari a 2,1 miliardi di metri cubi di gas.
  2. L’altra azione è invece una vera e proprio piano di contenimento dei consumi di gas, soprattutto quello utilizzato per il riscaldamento. Il ministero ha infatti indicato una riduzione di 1 °C del riscaldamento degli edifici. Gli edifici in cui si svolgono attività industriali ed artigianali non dovranno essere riscaldati ad una temperatura superiore ai 17 °C. Tutti gli altri edifici invece, comprese le abitazioni private, non dovranno superare la temperatura di 19 C°. Tuttavia in entrambi i casi sono previsti due gradi di tolleranza.

Il punto due è ovviamente quello più complicato da mettere in pratica, soprattutto per quanto riguarda i controlli necessari a far rispettare queste indicazioni. Per questo, accanto a queste misure strategiche, nel piano sono contenute anche indicazioni più dettagliate che esamineremo qui di seguito.

Le regole sull’accensione degli impianti di riscaldamento

Per assicurarsi di raggiungere l’obiettivo il governo ha previsto di accorciare di 15 giorni il periodo in cui gli impianti di riscaldamento saranno accesi in tutte le zone climatiche in cui è divisa l’Italia. Le zone vanno dalla A, che prevede al massimo 6 ore giornaliere di riscaldamento dal 1° dicembre al 15 marzo, alla F, che non prevede limitazioni. I termosifoni potranno essere attivati 8 giorni dopo la consueta data di inizio esercizio e dovranno essere spenti 7 giorni prima del solito.

Grazie a questa azione del piano di contenimento dei consumi di gas se ne risparmierebbero circa 3,2 miliardi di metri cubi secondo le stime del ministero. Lo stesso ministero precisa inoltre che le riduzioni non riguardano le utenze sensibili, come ospedali e case di ricovero.

Ulteriori risparmi si potranno ottenere se saranno coinvolte anche le industrie. Il governo sta già predisponendo un piano di emergenza in collaborazione con Confindustria, ma di fatto le aziende stanno già razionando il gas.

Piano di contenimento dei consumi di gas: ognuno deve fare la sua parte

Il piano di contenimento dei consumi di gas prevede anche che i cittadini adottino dei comportamenti volti a limitare i loro consumi. Comportamenti che dovranno essere promossi attraverso specifiche campagne di sensibilizzazione.

Abbiamo deciso di raccogliere alcuni di questi comportamenti suggeriti direttamente dal ministero qui di seguito:

  • riduzione della temperatura e della durata delle docce,
  • l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo,
  • l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione
  • la riduzione del tempo di accensione del forno,
  • l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico,
  • il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione,
  • lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza,
  • non lasciare in stand by TV, decoder, DVD,
  • riduzione delle ore di accensione delle lampadine,
  • sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti,
  • installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas,
  • installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda,
  • sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led.

Se tutti i cittadini dovessero cogliere i suggerimenti contenuti nel piano di contenimento dei consumi di gas, il governo stima che si potrebbero risparmiare fino a 2,9 miliardi di metri cubi di gas. A questa cifra andrebbe aggiunto quella che si otterrebbe tramite le azioni amministrative ovvero 5,3 miliardi di metri cubi di gas.

Il totale, 8,2 miliardi di metri cubi di gas, sarebbe pari al 15 per cento della media dei cinque anni precedenti nel periodo tra il primo agosto e il 31 marzo.  A ben vedere è questa la cifra (8,2) di miliardi di metri cubi di gas che l’Italia si è impegnata a tagliare di fronte all’Unione Europea a luglio così come gli altri stati si sono impegnati a fare a loro volta.

Ma cosa succederebbe se non riuscissimo a contenere questi consumi in maniera efficace? Cosa succederebbe in caso di rischio di penuria di gas all’interno dell’unione europea?

Cosa succederebbe se il piano di contenimento dei consumi di gas non dovesse bastare

L’Unione Europea ha anche previsto delle misure da mettere in atto nel caso in cui i piani di contenimento dei consumi di gas degli stati membri non dovrebbero essere sufficienti.

Se dovesse esserci il rischio concreto di penuria di gas all’interno dell’Unione Europea, la Commissione Europea potrà attivare su richiesta di cinque stati membri lo stato di allerta. Con l’attivazione di questo stato, la riduzione dei consumi diverrebbe obbligatoria per tutti i paesi membri. Tuttavia sono previste varie deroghe che porterebbero a ridurre i consumi solo del 7% e non del 15% preventivato.

Conclusioni

Il piano di contenimento dei consumi di gas è senza dubbio una misura necessaria in un contesto come quello attuale. Tuttavia non possiamo pensare che questa sia la soluzione definitiva alla nostra dipendenza energetica e dal gas della Russia. Ridurre i consumi è solo una misura da perseguire in una fase di emergenza che in quanto tale, speriamo, ha una durata limitata nel tempo.

La vera soluzione per metterci al riparo dai ricatti di altri stati e dalla volatilità del prezzo dell’energia, soprattutto per le imprese, è un’altra. La soluzione permanente è quella di ricorrere ad altre energie per alimentare la produzione e per riscaldare gli ambienti. Ci riferiamo alle energie rinnovabili come il fotovoltaico che sfruttando l’energia solare è in grado di generare energia elettrica per alimentare i diversi dispositivi. Grazie all’energia prodotta dall’impianto è infatti possibile andare ad alimentare le macchine necessarie alla produzione sia quelle necessarie alla climatizzazione degli ambienti.

In questo modo non solo si ridurrebbero i consumi di combustibili fossili come il gas che hanno dei costi sempre più altri, ma si andrebbero a ridurre anche le emissioni di CO2 rispettando l’ambiente che ci circonda.

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