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Il bonus alberghi o tax credit 2021

Tutto quello che c’è da sapere sul bonus alberghi ovvero il tax credit 2021 per le strutture ricettive

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Il Decreto Agosto 2020 ha reintrodotto delle misure volte ad incentivare la riqualificazione energetica e strutturale degli immobili occupati da strutture ricettive. La misura, dal momento che si rivolge alle strutture ricettive, è anche conosciuta come Bonus Alberghi e sarà in vigore fino a fine 2021. Il bonus alberghi prevede la fruizione di un credito d’imposta pari al 65% per le spese sostenute dalle strutture ricettive per la riqualificazione dei propri immobili.

Quella del bonus alberghi è quindi una misura di sostegno all’economia che si va a sommare alle altre predisposte come risposta alla pandemia che ho colpito duramente tutto il mondo, non solo l’Italia. Un sostegno all’economia che ha una strategia ben definita, quella della transizione ecologica e che punta quindi ad incentivare il più possibile l’efficienza energetica ed il ricorso alle fonti rinnovabili. Clicca qui e scopri tutti gli incentivi per il fotovoltaico per le imprese del 2021.

Come dicevamo, il comparto produttivo italiano è stato duramente colpito dalla pandemia, ma non solo il comparto produttivo. Il settore turistico-alberghiero e termale è in realtà stato colpito più duramente di altri. Grazie al bonus alberghi quindi queste strutture potranno usufruire del credito d’imposta per la riqualificazione e il miglioramento dei propri immobili.

A ben vedere si tratta di una misura non nuova nel panorama italiano anche questa volta è stata riproposta in una versione sensibilmente rafforzata. Ma in cosa consiste questo bonus alberghi di preciso? Chi può richiedere la detrazione? 

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti ed abbiamo raccolto ciò che è emerso dalla loro analisi in questo approfondimento.

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Chi può richiedere il bonus alberghi?

Il bonus alberghi oppure “Tax Credit per riqualificazione delle strutture ricettive” è quindi una misura di sostegno che ben vedere cerca di incentivare la modernizzazione e quindi l’innalzamento della qualità delle strutture ricettive del Paese.

La normativa di riferimento definisce le seguenti tipologie di soggetti ammissibili al credito d’imposta:

  • le residenze turistico-alberghiere;
  • gli alberghi;
  • i villaggi albergo;
  • gli alberghi diffusi.

Ma i beneficiari del bonus alberghi non finiscono qui. Possono infatti beneficiare dell’agevolazione anche

  • stabilimenti termali;
  • agriturismi;
  • strutture ricettive all’aria aperta.

Quali sono gli interventi per cui si può richiedere il Tax Credit per riqualificazione delle strutture ricettive?

Gli interventi per cui si può richiedere il bonus alberghi sono molteplici e riguardano sia l’ambito edilizio che energetico. In questa sede abbiamo cercato di focalizzare la nostra attenzione proprio su questi ultimi pertanto abbiamo ritenuto opportuno elencarli qui di seguito:

  • interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione con: impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione; impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza; impianti di cogenerazione e trigenerazione ad alto rendimento;
  • installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica;
  • interventi sull’involucro edilizio;
  • installazione di schermature solari esterne mobili finalizzate alla riduzione dei consumi per condizionamento estivo;
  • coibentazione degli immobili ai fini della riduzione della dispersione termica;
  • installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua;
  • realizzazione di impianti elettrici, termici e idraulici finalizzati alla riduzione del consumo energetico (impianti di riscaldamento ad alta efficienza, sensori termici, illuminazioni led, attrezzature a classe energetica A, A+, A++, A+++).

Il bonus alberghi è cumulabile con l’ecobonus o con il sismabonus?

Il bonus alberghi può essere fruito in alternativa alle agevolazioni “ecobonus” e “sismabonus”, dai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti. Una condizione che sarà valida a prescindere dalla qualificazione di questi immobili che quindi potranno essere sia “strumentali” che “beni merce” o “patrimoniali”.

Ciò è quanto emerge dalla risposta all’interpello n. 549 del 13 novembre 2020 dell’Agenzia delle Entrate in cui la stessa agenzia fornisce proprio dei chiarimenti specifici in tema di detrazione bonus combinato sisma-eco.

Per gli interventi finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica infatti spettano infatti in alternativa alle detrazioni previste, due diverse percentuali di detrazione:

  • 80 per cento, dove gli interventi determinino il passaggio ad una classe di rischio inferiore,
  • 85 per cento nel caso in cui gli interventi determinino il passaggio a due classi di rischio inferiori.

La detrazione in questione può essere recuperata in 10 anni tramite quote annuali di pari importo e su un ammontare massimo delle spese di 136.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio. Ciò, ripetiamo ancora una volta, a prescindere dalla qualificazione di detti immobili come ” strumentali”, “beni merce” o “patrimoniali” per i titolari di reddito d’imposta che effettuano tali interventi su su immobili da essi posseduti o detenuti.

Le novità sul bonus alberghi apportate dal DL Rilancio

Il Decreto Rilancio stabilisce inoltre importanti novità sulle possibilità di fruire della detrazione del bonus alberghi. In particolare, è possibile fruire di tale detrazione anche tramite lo sconto in fattura, di fatto anticipato dal fornitore dei servizi, o tramite la cessione del credito d’imposta. Una possibilità, quest’ultima, che prevede la cessione di tale credito a soggetti terzi ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

In questo modo, gli imprenditori che intendono fruire del bonus alberghi, non dovranno attendere 10 anni per recuperare la cifra cui ammonta la detrazione ma potranno farlo subito. Un fatto di non poco conto per chi vuole avere un riscontro pressoché immediato dell’investimento effettuato.

Certo, il meccanismo non è affatto semplice dal momento che le lungaggini burocratiche oltre che tecniche ostacolano la reale efficacia della misura. Per questo motivo noi di Solar Cash ci siamo specializzati proprio nel far ottenere ai nostri clienti le detrazioni fiscali di cui hanno diritto in maniera certa e nel più breve tempo possibile. Solo così siamo in grado di realizzare impianti energetici e termici basate sulle esigenze energetiche, ma soprattutto economiche dei nostri contraenti.

Ma in cosa consiste l’efficientamento energetico di preciso?

Abbiamo detto che il bonus alberghi serve sostanzialmente ad incentivare tutti quegli interventi di efficientamento energetico che le strutture ricettive vogliono effettuare.

In questo caso con efficientamento energetico delle strutture ricettive si intende una riqualifica dell’immobile in cui ha sede l’attività a livello energetico. Una riqualifica che di solito implica anche un certo restyling funzionale dell’azienda dal momento che ridurrà le spese energetiche aumentando così i ricavi utilizzando le energie rinnovabili per la produzione di energia.

Ad esempio installare un fotovoltaico per gli alberghi è sinonimo di moltissimi vantaggi. Quelli principali sono economici dal momento che l’attività ricettiva andrà incontro ad un abbattimento dei consumi e dei costi della bolletta, ma non solo questo. Produrre energia da fonti rinnovabili significa anche produrre meno inquinamento e rendere quindi più sostenibile l’attività imprenditoriale. Un fattore che, oltre ad aumentare il valore stesso dell’immobile, ha anche un ritorno in termini di immagine non indifferente.

Inoltre, il sistema fotovoltaico aziendale contribuisce all’introduzione delle cosiddette Energy Community in cui, i soggetti che ne fanno parte, producono e condividono l’energia per il proprio consumo con evidenti vantaggi, anche in questo caso economici. Se vuoi approfondire la tematica delle comunità energetiche puoi cliccare qui e leggere il nostro approfondimento dedicato.

Cosa aspetti quindi ad utilizzare il bonus alberghi per la riqualificazione energetica della tua struttura ricettiva?

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Fotovoltaico in agricoltura: è il momento giusto!

Fotovoltaico in agricoltura: come mai oggi potrebbe essere il momento giusto?

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Per centrare gli obiettivi 2030 in tema di Green Deal Europeo occorre aumentare la potenza installata del fotovoltaico in agricoltura e più in generale in tutto il comparto produttivo Italiano.

Quanto abbiamo affermato è un dato di fatto, un impegno che lo stato italiano ha preso in quanto membro della comunità Europea. In questo approfondimento abbiamo quindi cercato di concentrarci sul tema del fotovoltaico in agricoltura più che sul comparto produttivo italiano in generale.

Cerchiamo quindi di fare il punto della situazione sul fotovoltaico in agricoltura e sul perché per questo settore sia un’opportunità da non perdere insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Fotovoltaico in agricoltura tra comunità energetica e riqualificazione di aree inquinate

Il settore dell’agricoltura può e deve convivere con la produzione di energia elettrica da pannelli solari. Non solo devono convivere, ma il fotovoltaico in agricoltura è una vera e propria necessità per il nostro paese.

E’ anche grazie al fotovoltaico in agricoltura che gli esperti stimano sia possibile centrare gli obiettivi del PNIEC al 2030 in materia di produzione di energie rinnovabili. L’obiettivo è ambizioso e lo sforzo è significativo: entro 10 anni si deve riuscire a soddisfare più della metà (55%) del consumo energetico attuale tramite le fonti rinnovabili. Un obiettivo che dunque non può prescindere dalla grossa mano che solo il fotovoltaico può dare.

Certo, la situazione di partenza in Italia non è così drammatica. Al 31 dicembre 2019 risultano installati 29.421 impianti fotovoltaici inseriti nell’ambito di aziende agricole e di allevamento. La potenza complessiva che tali impianti producono è di 2.548 MW e una produzione lorda di 2.942 GWh (di cui 674 GWh di autoconsumo)- .

Tuttavia ciò non affatto sufficiente a raggiungere gli obiettivi prestabili pertanto è necessario uno sforzo in più.

Fotovoltaico in agricoltura: un tema assai delicato

Quello del fotovoltaico in agricoltura è tuttavia un tema assai delicato (come del resto avevamo accennato qui). In passato infatti sono emerse diverse criticità riguardo soprattutto il consumo del suolo agricolo da destinare, eventualmente, alla produzione di energia solare.

Il fotovoltaico in agricoltura è infatti stato criticato dal momento che per produrre energia elettrica sfruttando quella solare sono necessarie ampie superfici. Superfici che si pensava potessero essere sottratte a quelle agricole tramite un massiccio cambio di destinazione d’uso dei terreni agrari. Una soluzione che, se intrapresa, avrebbe di certo avuto un notevole impatto ambientale.

Tuttavia se vogliamo che il fotovoltaico in agricoltura dia il proprio contributo, dobbiamo superare queste criticità. A questo proposito potrebbe essere più utile considerare i risultati raggiunti oggi dalle migliaia di imprese agricole che hanno investito sul fotovoltaico. Risultati che potrebbero portare ad ulteriori ricadute che potrebbero riguardare un nuovo sviluppo del fotovoltaico.

Ovviamente sarà possibile integrare in maniera corretta fotovoltaico ed agricoltura solamente se riusciremo a coinvolgere appieno gli imprenditori agricoli. Un coinvolgimento che deve partire quindi dagli evidenti vantaggi che può portare il fotovoltaico in agricoltura soprattutto in termini ambientali ed economici.

Transizione energetica e sostenibilità: agricoltura e fotovoltaico al centro

Lo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura è una grossa opportunità per gli imprenditori agricoli dal momento che grazie ad esso le azienda potranno mantenere o migliorare la propria produttività. Un aspetto che va di pari passo con l’evidente vantaggio di aumentare la sostenibilità delle produzioni agricole anche grazie ad una migliore gestione del suolo.

Il fotovoltaico può infatti anche essere visto come un’occasione di valorizzazione energetica dei terreni abbandonati o non idonei alla produzione agricola che, in assenza di specifici interventi, sono destinati al totale abbandono. Tuttavia il nodo della questione non è tanto quello della valorizzazione dei terreni non adatti a produrre reddito anche a causa delle criticità sopra riportate. Il nodo più importante della questione è quello delle coperture rurali.

La Commissione Europea infatti ha proposto di innalzare dal 40% al 55% la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che deve necessariamente passare per l’aumento della capacità di produzione di energia elettrica da quella solare.

Per far questo risulta quindi evidente che si debba andare alla ricerca di superfici adatte ad ospitare impianti fotovoltaici. Superfici che, nel caso delle aziende agricole e zootecniche, possono benissimo essere quelle dei tetti dei capannoni dedicati allo svolgimento delle attività produttive di queste imprese. Sono in molti gli imprenditori agricoli, anche grazie agli incentivi fotovoltaico aziende 2021, che si stanno decidendo ad investire sulle rinnovabili.

Le potenzialità dell’agro-fotovoltaico o del “solare sospeso”

Come abbiamo visto, il tema del consumo di suolo è molto sentito quando si parla di fotovoltaico in agricoltura. D’altronde non è questo il momento per mettersi ad utilizzare suolo agricolo per scopi diversi da quelli alimentari.

Per questo motivo l’attenzione è tutta rivolta a soluzioni tecnologiche in grado di garantire la compatibilità tra le due produzioni: agricola ed energetica. Compatibilità che deve però rispettare e tutelare il paesaggio in cui si cerca di far convivere le due produzioni.

In questo senso si parla di agro-fotovoltaico come di “fotovoltaico sospeso”. In sostanza si tratta di campi coltivati dotati di un’infrastruttura con tracker monoassiali ovvero campi con pannelli solari bifacciali. Il fotovoltaico “in sospensione” è quindi un valido esempio di come si può garantire la compatibilità tra la produzione energetica e quella agricola integrando al tempo stesso gli impianti nel contesto rurale.

Nuova vita green per le aree inquinate e comunità energetiche

Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030, ricorrere al fotovoltaico in agricoltura solo sulle coperture degli edifici rurali potrebbe non essere sufficiente.

Se da un lato non possiamo sottrarre ulteriore suolo alle produzioni agricole, dall’altro è vero che esistono molte aree abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione. Aree che potrebbero quindi trovare una nuova centralità se venissero dedicate alla produzione di energia rinnovabile, d’intesa con i proprietari agricoli. In questo contesto potrebbero essere inserite anche tutte quelle aree considerate come contaminate come ad esempio quelle vicino all’ILVA di Taranto.

Un’altra strada da percorrere per favorire l’ingresso del fotovoltaico in agricoltura è quella delle Comunità Energetiche. Una C.E. è a tutti gli effetti un soggetto giuridico autonomo basato sulla partecipazione di persone, PMI o autorità locali (amministrazioni comunali incluse) che si bassa sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e condivisione della stessa fra i propri membri. Possiamo quindi immaginare la nascita di comunità energetiche costituite da aziende agricole limitrofe. Se vuoi approfondire questa tematica puoi leggere il nostro approfondimento cliccando qui!

Se vuoi ulteriori informazioni o sei interessato a dotare la tua azienda agricola di un impianto fotovoltaicocompila il form che trovi in questa pagina ed attendi la chiamata di un nostro operatore!

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Il connubio tra fotovoltaico e agricoltura

Fotovoltaico e agricoltura insieme per la transizione ecologica. Ecco tutti i vantaggi

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Il binomio fotovoltaico e agricoltura può produrre enormi benefici per un paese che, come l’Italia, ha deciso di investire in maniera decisa nella transizione ecologica. Oggi è infatti possibile creare delle imprese agricole che siano energeticamente indipendenti proprio grazie al fotovoltaico.

Il binomio fotovoltaico e agricoltura potrebbe infatti donare nuova linfa vitale a quelle aree agricole che oggi sono ritenute a rischio di abbandono oppure a bassa redditività. Lo sfruttamento di superfici che in questo momento non producono reddito, come ad esempio i tetti dei magazzini agricoli o degli allevamenti ha due vantaggi. Da un lato potrebbe ridurre i costi energetici dell’impresa agricola, dall’altro potrebbe aumentare il valore dell’immobile. C’è inoltre la possibilità di sfruttare aree abbandonate o attualmente incolte e destinarle alla produzione di energia solare.

Questo è quanto emerge dal paper di Confagricoltura che di fatto anticipa alcuni degli argomenti che saranno al centro del prossimo G20 che si terrà a Trieste proprio in questi giorni.

Fotovoltaico e agricoltura: il paper di Confagricoltura

All’interno del paper su fotovoltaico ed agricoltura sono molte le indicazioni proposte in coerenza con gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione da raggiungere entro il 2030.

Accanto allo sviluppo di comunità energetiche, alla massima diffusione degli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici rurali e all’efficientamento del parco esistente, Confagricoltura propone un ulteriore misura. E’ infatti necessario promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche a terra, senza però sottrarre superfici agricole ad oggi utilizzate. Per farlo si dovranno intraprendere delle soluzioni innovative di agro-voltaico in modo da integrare la produzione di energia solare con la produzione agricola e zootecnica (puoi approfondire l’argomento qui).

Fotovoltaico e agricoltura è quindi un binomio che può rappresentare una forte crescita, sia economica che ambientale, per tutto il settore agricolo ma non solo. Il discorso può anche essere esteso all’industria oppure alle comunità locali.

Ed è proprio in questo senso che vanno le misure approvate nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). All’interno del piano infatti troviamo delle risorse indirizzate appunto all’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole: gri-solare sugli edifici agricoli, agro-voltaico, ecc. Accanto ad esse poi, grazie al nuovo DL Semplificazioni, sono state introdotte alcune semplificazioni burocratiche in grado di agevolare la procedura.

Gli obiettivi del PNRR

Per capire quanto sia importante il PNRR per fotovoltaico e agricoltura basta dare un’occhiata agli ambiziosi traguardi individuati. Sull’agro-voltaico infatti il PNRR prevedere di raggiungere una capacità produttiva di oltre 1 GW, con 1,1 miliardi di investimento a regime.

Parallelamente si ravvisa la necessità di elaborare una strategia che permetta di raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal al 2030. Per questo è necessario incrementare la capacità di produzione dell’energia da fonti rinnovabili di almeno 70 GW, 50 dei quali dovrà essere costituita da impianti fotovoltaici.

Perchè ricorrere al fotovoltaico per aziende agricole?

Se possiedi un azienda agricola e vorresti ridurre le spese dell’elettricità il momento giusto è adesso.

In questo modo non solo potresti intercettare gli incentivi del PNRR che già si vanno a sommare a quelli in vigore in questo momento, ma potresti dare una svolta green alla tua impresa migliorandone anche la sua immagine.

Inoltre, se a questi incentivi aggiungiamo anche il risparmio in bolletta garantito dall’ impianto fotovoltaico è evidente come riuscirai ad abbattare non solo i costi ma anche i tempi di rientro dall’investimento!  

Non c’è alcuna differenza fra un impianto fotovoltaico per aziende agricole e quello domestico. I componenti che si utilizzano per la sua realizzazione sono infatti gli stessi. Tuttavia il binomio agricoltura e fotovoltaico è particolarmente conveniente dal momento che le aziende agricole possono di certo vantare delle superfici più ampie per ospitare i pannelli solari. In questo modo l’impianto avrà una resa energetica decisamente maggiore e così anche i risparmi potranno essere decisamente maggiori!

Insomma il binomio fotovoltaico e agricoltura rappresenta a tutti gli effetti una svolta green ed ecosostenibile. Grazie ai pannelli solari potresti infatti compiere un passo deciso verso l’indipendenza energetica riuscendo ad auto-consumare l’energia che produce la tua impresa.

Fotovoltaico e agricoltura: un binomio vincente grazie a Solar Cash

Noi di Solar Cash operiamo da oramai diversi anni nel settore del fotovoltaico rivolgendo i nostri servizi esclusivamente a PMI e grandi imprese.

Facciamo dell’affidabilità e della qualità i nostri punti di forza e grazie al know-how accumulato nel corso del tempo siamo in grado di garantirti la progettazione e realizzazione della soluzione migliore in base alle tue esigenze. Rendiamo possibile il concretizzarsi di progetti di riqualificazione energetica valutando sia gli aspetti tecnologici che quelli finanziari.

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Ecobonus per aziende: quali sono quelli che spettano alle società?

Gli ecobonus per aziende spettano alle società come Srl, Sas, Snc, Spa ed ai lavoratori autonomi e professionisti?

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Il 2020 ed il 2021 sono stati degli anni particolari per quanto riguarda le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili. I governi Italiani che si sono succeduti in questo breve lasso di tempo infatti hanno dovuto approvare misure straordinarie per contrastare la crisi economica dovuta alla pandemia. Misure straordinarie che hanno avuto come uno dei capisaldi quello degli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica degli immobili.

Ma questi incentivi o ecobonus possono essere fruiti dalle imprese o dai liberi professionisti? Quali sono gli ecobonus per imprese in vigore nel 2021?

Accanto agli incentivi fotovoltaico 2021 per le aziende infatti esistono molti altri ecobonus per aziende che possono rendere davvero conveniente investire sulla sostenibilità ambientale.

Abbiamo quindi cercato di fare il punto della situazione per quanto riguarda tutti gli ecobonus per imprese, oltre che per quelli riguardanti più da vicino il settore dell’edilizia in questo approfondimento.

Attenzione! Il Decreto Legge 11/2023 ha impattato sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per conoscere le ultime novità.

Ecobonus per aziende

A differenza di quanto vedremo in seguito gli ecobonus per aziende possono essere sfruttati anche per un immobile strumentale all’esercizio dell’attività. Esistono inoltre due tipi ecobonus per imprese che si differenziano in base alla loro percentuale di detrazione: quelli al 50% e quelli al 60%.

Come è ovvio, per accedere agli ecobonus per imprese in questione è necessario che l’edificio sul quale si effettua l’intervento di riqualificazione energetica sia esistente. Non potranno rientrare in queste detrazioni quindi gli interventi effettuati sugli edifici ancora da costruire o costruiti ex-novo.

Possono pertanto accedere agli ecobonus per aziende tutti i seguenti contribuenti che conseguono un reddito d’impresa :

  • persone fisiche;
  • società di persone: società semplice SS, società in nome collettivo SNC; società in accomandita semplice SAS;
  • s. di capitali: società a responsabilità limitata semplificata SRLS, società per azioni SPA, società a responsabilità limitata SRL, società in accomandita per azioni SAPA.

Ricordiamo inoltre che gli ecobonus per imprese sono fruibili anche nel caso di interventi su beni merce sia patrimoniali che strumentali. Ma le belle notizie non finiscono qui. Gli ecobonus per aziende e società danno anche diretto a due modalità alternative per usufruire della detrazione fiscale: la cessione del credito e lo sconto in fattura!

Bonus Ristrutturazione per le imprese

Non solo le persone fisiche possono fruire dei benefici del bonus Ristrutturazione ma anche i soggetti che producono redditi in forma associata, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce. Ciò significa che gli immobili che ricadono in ambito privatistico come quelli appartenenti a società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari possono fruire del bonus.

Questo perché i bonus ristrutturazioni possono essere portati in detrazione solamente dalle persone fisiche che pagano l’imposta sul reddito IRPEF. Risulta evidente quindi come in questa categoria rientrano anche i lavoratori autonomi e professionisti come le partite IVA e le micro-imprese. Merita però specificare che le SRL, SRLS o le SPA, che sono quindi soggette a tassazione IRES non possono accedere all’incentivo.

Ci sono importanti limitazioni inoltre che per le società di persone SS, SNC e SAS e per gli imprenditori individuali. Costoro infatti possono si accedere al bonus ristrutturazione, ma non per quanto riguarda quelle lavorazioni che devono essere effettuate su beni strumentali ed i beni merce. In particolare, con quest’ultima definizione ci si riferisce a no tutti quei “materiali” che vengono acquistati per essere rivenduti o per essere impiegati nei processi produttivi, come, ad esempio, le materie prime. I beni strumentali invece sono degli oggetti che vengono utilizzati per compiere l’attività produttiva dell’impresa, come ad esempio i computer o i macchinari per la produzione.

Pertanto possiamo facilmente dedurre che i lavori svolti sull’involucro dell’edificio in cui si svolge l’attività di un’impresa o azienda non possono essere agevolati. Lo stabile è infatti a tutti gli effetti un bene strumentale. Inoltre possono accedere al bonus ristrutturazione i professionisti o i lavori autonomi soggetti a regime fiscale ordinario su beni privati ma non quelli sottoposti a regime forfettario o dei minimi.

Sismabonus per le aziende

Fra le agevolazioni fiscali 2021 per le imprese e per le società c’è anche il Sismabonus. In particolare a questa detrazione possono accedere i seguenti soggetti:

  • imprenditori individuali, solamente per quanto riguarda gli immobili adibiti ad attività produttive;
  • soggetti che producono redditi in forma associata come società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari.

Inoltre merita precisare che è possibile intervenire sia su beni merce, sia su quelli patrimoniali che strumentali come del resto stabilito dall’Agenzia delle Entrate tramite la risoluzione 34/2020 del 25 giugno.

Bonus facciate

Le società ed imprese possono accedere anche alle detrazioni previste dal bonus facciate. In particolare, possono richiedere queste agevolazioni i seguenti tipi di imprese:

  • le società semplici;
  • le associazioni tra professionisti;
  • i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali).

Superbonus per le aziende

Abbiamo quindi visto quali sono gli ecobonus per aziende e le altre detrazioni fiscali che gli imprenditori possono richiedere per far fronte alle spese di ristrutturazione edilizia o sismica oltre che di riqualificazione energetica. In questo contesto quindi, come si colloca il Superbonus 110%?

Come abbiamo già avuto modo di affrontare in queste pagine le aziende non possono usufruire della maxi-detrazione fiscale. Tuttavia esistono delle eccezioni degne di nota che riguardano casistiche particolari che ti invitiamo ad approfondire in questo articolo.

Vuoi conoscere gli incentivi per il fotovoltaico delle aziende in vigore nel 2022? Clicca qui!

Se vuoi più informazioni per quanto riguarda gli ecobonus per aziende compila il form che trovi in questa pagina con i tuoi dati!

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Le detrazioni per le schermature solari

Alla scoperta delle detrazioni per le schermature solari per le imprese in vigore

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Fra queste pagine abbiamo già avuto modo di affrontare cosa siano ed a cosa servano le schermature solari per le imprese (ne parliamo qui) ma un breve riassunto non fa mai male.

Le schermature solari oppure le chiusure oscuranti sono dei dispositivi che servono a proteggere gli edifici dal sole. Si tratta quindi di sistemi che, se applicati all’esterno oppure integrati all’ interno di una superficie vetrata trasparente, permettono una riduzione della radiazione solare e di avere anche un effetto di modulazione della luce.

In ultima analisi, sono quindi dei dispositivi che oltre ad avere una valenza estetica, hanno una valenza funzionale molto maggiore. Con questi dispositivi infatti le aziende riescono a migliorare l’efficienza dei loro impianti di climatizzazione, sia invernale che e estivo, e l’illuminazione dei loro locali. Le conseguenze di tutto ciò sono particolarmente evidenti nelle bollette che anche grazie a questi dispositivi beneficeranno di una riduzione notevole. Riduzione che può essere ancora maggiore qualora si adottino tecnologie come le pompe di calore!

Questi dispositivi contribuiscono per cui a garantire alti livelli di efficienza energetica degli edifici in cui sono installati. Per questo motivo sono oggetto di incentivi da parte della normativa italiana che infatti prevede delle detrazioni per le schermature solari.

Ma come funzionano queste detrazioni per le schermature solari? In cosa consistono?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione in questo approfondimento.

Che cos’è la detrazione per le schermature solari

La detrazione per le schermature solari è di fatto uno sconto sulle imposte da pagare. La normativa italiana prevede questa agevolazione quando vengono certificate delle spese sostenute per migliorare l’efficienza energetica di edifici esistenti.

A prevedere questa detrazione è stata la legge di bilancio 2020 dal momento che classifica gli interventi per la posa in opera di questi dispositivi come interventi di riqualificazione energetica e per il rifacimento delle facciate. Per questo motivo la detrazione per le schermature solari ammonta fino al 50% per interventi dal costo fino a € 230,00 al metro quadro per un massimo di 60.000 €. 

Come oramai i legislatori italiani ci hanno abituato a fare da qualche anno a questa parte, è possibile usufruire della detrazione anche tramite la cessione del credito oppure anche tramite lo sconto in fattura da parte del rivenditore.

Il valore della detrazione viene compensato in 10 rate a valore costante a valere sull’IRPEF per le persone fisiche o a valere sull’IRES per i Soggetti che hanno reddito d’impresa.

Immobili beneficiari della detrazione

Gli immobili che possono beneficiare per la detrazione per le schermature solari sono i seguenti

  • residenziali (o parti di essi) di qualsivoglia categoria catastale purché riscaldati;
  • destinati all’attività di impresa o all’attività professionale (quindi anche ristoranti, alberghi o altre attività commerciali);
  • “esistenti” ossia accatastati o con richiesta di accatastamento in corso e in regola con il pagamento di eventuali tributi;

Sono invece esclusi gli immobili in costruzione o interventi assimilabili come gli ampliamenti.

Chi può usufruire della detrazione per schermature solari?

Possono usufruire della detrazione per le schermature solari tutti i contribuenti. Non importa che siano residenti nell’edificio oppure se siano titolari di reddito d’impresa. L’importante è che possiedano, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto dell’intervento.

In particolare, gli imprenditori, possono dedurre fiscalmente la quota di ammortamento della spesa sostenuta al netto dell’IVA (detraibile) ed inoltre beneficiare della detrazione. Un doppio vantaggio che la dice lunga sulle intenzioni del legislatore durante l’approvazione di queste misure volte ad incentivare le imprese.

Quali schermature solari possono dare accesso alla normativa?

Per ottenere la detrazione, le schermature solari devono:

  • essere applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e smontabili dall’utente;
  • proteggere di una superficie vetrata;
  • essere installate all’interno, all’esterno o integrate alla superficie vetrata;
  • non essere fisse ma mobili,
  • possedere livelli di prestazione della classe di schermatura solare energetica pari a gTot ≤ 0,35 );
  • essere orientate da EST a OVEST passando per SUD. Sono quindi escluse quelle orientate a NORD, NORD-EST e NORD-OVEST. Per le chiusure oscuranti invece sono ammessi tutti gli orientamenti;
  • possedere una marcatura CE;
  • rispettare le leggi e normative nazionali e locali in tema di sicurezza e di efficienza energetica.

Quali spese possono rientrare nelle detrazioni per le schermature solari?

Le spese che possono rientrare nelle detrazioni per schermature solari per imprese e privati sono le seguenti:

  • fornitura e posa in opera di tende da sole e pergole;
  • eventuale smontaggio e dismissione di analoghi sistemi preesistenti;
  • opere provvisionali e accessorie;
  • spese per le prestazioni professionali necessarie alla realizzazione degli interventi nonché della documentazione tecnica necessaria

Le detrazioni sono da intendersi per tutti quegli interventi di installazione di una nuova schermatura solare. Non possono quindi fruire dell’agevolazione tutti gli interventi di sostituzione parziale di componenti del prodotto, quali telo, motori, manovre, ecc.

Altre precisazioni

La detrazione d’imposta 50% per le schermature solari non è cumulabile con le altre agevolazioni fiscali previste per i medesimi interventi da altre disposizioni di legge. Non è quindi cumulabile, ad esempio, con le detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizie;

Gli imprenditori o i possessori di P.Iva che esercitano attività d’impresa possono fruire della detrazione con riferimento ai fabbricati strumentali da essi utilizzati nell’esercizio della loro attività imprenditoriale.

Se sei interessato a capire come fare per usufruire delle detrazioni per le schermature solari per le imprese o per le altre attività che possono essere fonti di reddito compila il form che trovi in questa pagina ed aspetta la chiamata di un nostro operatore!

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Schermature solari per le imprese: a cosa servono?

Schermature solari per le imprese: cosa sono e a cosa servono? Scopri tutti i vantaggi

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Le schermature solari oppure le chiusure oscuranti sono dei dispositivi che servono a proteggere gli edifici dal sole. Come ben saprete infatti, l’energia sprigionata dal sole può essere utile, specie quando la si usa come fonte rinnovabile per produrre energia elettrica, sia dannosa. A testimoniarlo c’è il fatto che se da un lato sono sempre più le aziende che ricorrono agli impianti fotovoltaici aziendali, dall’altro sono sempre più le aziende che hanno anche bisogno al tempo stesso di “proteggersi” da questa energia.

Ma perché si dovrebbero proteggere gli edifici delle imprese dall’energia sprigionata dal sole? A cosa servono in sostanza le schermature solari per le imprese?

Abbiamo provato a porre queste domande ai nostri esperti che gentilmente ci hanno spiegato cosa sono le schermature solari per le imprese, a cosa servono e perché sono utili. Continua a leggere per scoprire di più!

Che cosa sono le schermature solari?

Prima di proseguire oltre è necessario, a nostro avviso, spiegare brevemente in cosa consistono questi particolari dispositivi.

Per schermature solari si intendono dei sistemi che, se applicati all’esterno oppure integrati all’ interno di una superficie vetrata trasparente, permettono una riduzione della radiazione solare. Non solo riduzione, ma anche modulazione della luce: sono infatti dispositivi che possono far passare o meno i raggi della luce solare.

Le schermature solari quindi possono essere dispositivi come i seguenti:

  • tenda interna;
  • schermo nel vetro;
  • tapparelle o persiane (cieche e semicieche);
  • veneziane, tende plisettate, lamelle orientabili;
  • tende da sole parallele al vetro o in generale;
  • tettoie;

Tuttavia, dal momento che i dispositivi di questo tipo vengono definite schermature, dovranno anche essere:

  1. capaci di adeguarsi al variare della luce e della temperatura;
  2. combinati a un infisso o vetrata;
  3. capaci di regolare flussi luminosi e termici.

A cosa servono le schermature solari per le imprese?

Le schermature solari sono quindi dei sistemi di protezione che servono a migliorare le condizioni di comfort termico e illumino-tecnico negli edifici. Sono infatti dei sistemi atti a proteggere la casa, l’azienda, il capannone ed ogni tipo di vetro dai raggi solari.

Questo significa che sono una soluzione semplice ma efficace per risparmiare energia, lavorare meglio ed anche estetica in grado di migliorare l’aspetto dell’edificio.

Ma come mai? Proviamo a prendere in esame i vari punti appena elencati.

Le schermature solari per aziende aiutano a risparmiare

Immaginiamo un capannone industriale con ampie superfici in vetro che durante l’estate viene colpito tutto il giorno dai raggi del sole. In assenza di un sistema di climatizzazione, un ambiente di questo tipo sarebbe soggetto al tipico effetto serra raggiungendo temperature troppo elevate per i suoi occupanti (lavoratori). Per questo motivo molti edifici con queste caratteristiche possiedono dei sistemi di climatizzazione.

Tuttavia, un edificio con queste caratteristiche tende sempre a scaldarsi molto velocemente. Questo significa che l’impianto di climatizzazione lavorerebbe sempre a ritmi serrati consumando un sacco di energia, e probabilmente con risultati non troppo eccelsi.

Le schermature solari per le aziende quindi, fanno in modo di ridurre il surriscaldamento degli ambienti di lavoro, riuscendo così a mantenere bassi i costi energetici per l’impianto di climatizzazione. Costi che, grazie un impianto fotovoltaico in azienda installato grazie agli incentivi per le imprese 2021 possono essere davvero alla portata di tutti!

Un ambiente confortevole è sinonimo di produttività

Garantire ai propri lavoratori ambienti con temperature confortevoli dovrebbe essere una delle priorità di ogni imprenditore. Sono molte le evidenze scientifiche di ciò.

Un ambiente di lavoro con temperature troppo elevate ha infatti conseguenze sulla concentrazione dei lavoratori. E la concentrazione è fondamentale sia ai fini dell’attività produttiva che si deve portare a termine sia per l’incolumità dei lavoratori, specie se si lavora in ambienti in cui sono presenti dei rischi concreti per la salute.

Il caldo eccessivo ha anche conseguenze sullo stato d’animo dei lavoratori. Con il caldo eccessivo si registra infatti una maggiore facilità a lasciarsi andare ad episodi di nervosismo che di certo non fanno bene alla produttività aziendale.

Coperture solari per regolare i flussi luminosi

Proteggersi dal sole tramite le schermature solari per le imprese è quindi fondamentale. Tuttavia, in periodi dell’anno in cui non c’è tanta luce solare, come ad esempio l’inverno, potrebbe essere addirittura controproducente.

Se non c’è la luce del sole infatti, gli ambienti che d’estate vengono raffreddati dal condizionatore, difficilmente possono sfruttare l’energia solare per essere riscaldati. Il ragionamento è quindi esattamente inverso a quello che abbiamo fatto in precedenza, ma le considerazioni non finiscono certo qui.

Unito a ciò potrebbe esserci anche un problema di mera illuminazione. Per illuminare gli ambienti, specie se questi sono grandi superfici come ad esempio i capannoni industriali, c’è necessità di un notevole numero di lampadine. Questo significa che per far illuminare queste lampadine si dovrà utilizzare una notevole quantità di energia. Da ciò possiamo dedurre che se le coperture solari per imprese sono in grado di regolare i flussi luminosi, potremo avere necessità di meno elettricità per illuminare gli ambienti di lavoro.

Miglioramento estetico

In ultimo, installare delle schermature solari per imprese sui capannoni della nostra azienda o industria può aumentarne sensibilmente il gradimento estetico. Il design ricercato e funzionale in ogni dettaglio della maggior parte di questi dispositivi, dona loro una bellezza estetica degna di nota.

In questo modo le schermature solari per le imprese sono anche un’ottima soluzione per integrare architettura moderna e paesaggio circostante.

Conclusione

Le schermature solari per le imprese sono quindi un ottimo modo per ridurre i consumi energetici della tua azienda e per far felici i tuoi lavoratori!

Se vuoi più informazioni a riguarda compila il form che trovi in questa pagina ed attendi la chiamata di un nostro consulente!

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Il conto termico 2.0: novità e convenienza

Cos’è il conto termico 2.0? Quali sono le novità rispetto alla versione precedente? E’ rivolto anche alle imprese? Conviene davvero o gli ecobonus sono meglio?

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Il conto termico 2.0 GSE, chiamato anche 2.0, non è nient’altro che la nuova versione del precedente Conto Termico introdotto nel 2021. La versione 2.0 è stato pensato per permettere di sfruttare al meglio tutti quegli incentivi il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici ed allo sviluppo delle cosiddette rinnovabili termiche.

Ma in cosa consiste il conto termico 2.0? Quali sono i beneficiari? Perché è rivolto anche alle imprese?

Nel corso di questo approfondimento cercheremo di rispondere a queste domande tramite il parere dei nostri esperti ma non solo queste. Abbiamo anche cercato di capire quando conviene ricorrere alle agevolazioni del conto termico 2.0 e quando invece conviene ricorrere ai normali Ecobonus. In alternativa puoi anche leggere la nostra guida al conto termico 2024 cliccando qui!

lCos’è il Conto Termico 2.0 GSE

Il Conto Termico 2.0 è un fondo volto ad incentivare la produzione di energia termica il cui scopo è quello di sostenere gli interventi mirati al miglioramento dell’efficienza energetica di edifici e abitazioni. Il fondo in questione è stato prorogato anche per tutto il 2021.

Si tratta di un fondo Il fondo gestito interamente dal GSE ovvero il Gestore dei Servizi Energetici. E’ proprio il GSE a  stabilire quali siano gli interventi ammessi, chi può accedere agli incentivi e le diverse modalità di accesso a questi fondi. Ovviamente, per stabilirlo, fa riferimento alla normativa vigente, normativa che ha subito alcune modifiche nel corso del 2021 che prenderemo in esame qui di seguito.

Detrazioni disponibili in ambito pubblico e privato

Il Conto Termico 2.0 prevede dei bonus economici che possono arrivare fino al 65% della spesa sostenuta per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Un miglioramento che può essere intrapresa anche tramite la produzione di energia rinnovabile e quindi anche tramite l’installazione di impianti solari termici.

Possono accedere a questi bonus economici sia soggetti pubblici come le pubbliche amministrazioni, che i soggetti privati. In particolare, questi ultimi possono essere sia di natura residenziale che imprese. In particolare, il Conto Termico 2021 è stato pensato anche in funzione di tutte quelle aziende del settore agricolo, ma non solo di questo settore, che hanno necessità di ridurre i costi del loro approvvigionamento energetico.

Disponibilità, cosa incentiva e tempistiche del Conto Termico 2.0

Il Conto Termico 2.0 è stato istituito per erogare contributi monetari per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Si tratta sostanzialmente di un fondo da 900 milioni di euro l’anno così ripartiti:

  • 200 milioni per le pubbliche amministrazioni;
  • 700 milioni per gli interventi effettuati da soggetti privati come nel caso dei lavori in casa o nei capannoni industriali.

Solitamente a coloro che effettuano questo tipo di interventi viene restituito il 65% della spesa sostenuta. Ciò avviene entro 2 mesi dalla stipula della convenzione.

Erogazione degli incentivi del Conto Termico 2.0

I privati possono presentare le richieste di rimborso spese alla fine dei lavori, con la modalità dell’accesso diretto. Le Pubbliche Amministrazioni possono anche sfruttare anche la modalità “a prenotazione”. Questa modalità è particolarmente vantaggiosa visto che di fatto da la possibilità di usufruire degli incentivi prima dell’avvio dei lavori.

I privati che accedono al conto termico 2.0 in modalità accesso diretto riceveranno l’incentivo in un unica soluzione direttamente sul proprio conto corrente. La cifra massima che potranno ricevere sarà però di 5.000 euro.

Alle Pa invece verrà erogato subito tutto il contributo corrispondente al 65% della spesa sostenuta se faranno richiesta in modalità accesso diretto. Per quelle invece che richiederanno il contributo sfruttando la modalità a prenotazione, verrà versato un acconto all’inizio dei lavori. Il resto della cifra verrà invece erogata alla fine dei lavori.

Come funziona il Conto Termico 2.0

Il GSE eroga gli incentivi mediante delle rate annuali. La durata complessiva dell’erogazione di queste rate ha una durata che varia dai 2 ai 5 anni. Ovviamente la durata del rimborso dipende dalla dimensione degli interventi e degli impianti.

Ad esempio, nel caso dei soggetti privati e delle imprese, se l’ammontare dell’incentivo è inferiore a 5.000 euro verrà corrisposto in unica soluzione. Le PA invece possono chiedere la liquidazione del contributo statale in un’unica soluzione anche nel caso in cui quest’ultimo superi la soglia dei 5.000 euro, se hanno optato per l’accesso diretto.

Cumulabilità degli incentivi

Chiedersi se sia possibile cumulare gli incentivi del Conto Termico 2.0 con altri contributi è lecito e soprattutto è una domanda che si pongono in molti.

Ebbene la risposta a questo domanda è affermativa, tuttavia è necessario fare delle doverose precisazioni:

  • I soggetti privati come le imprese possono cumulare gli incentivi previsti dal Conto Termico 2.0 con altri incentivi di natura non statale. Non sono quindi cumulabili con le agevolazioni fiscali Irpef, i cosiddetti Ecobonus 2021 o PNT 4.0;
  • Nel caso delle Pubbliche Amministrazione invece, si potrà cumulare il Conto Termico 2021 con altri incentivi anche nel caso in cui gli altri incentivi siano statali.

Conto Termico 2.0: le novità 2021

Quali sono le differenze tra la vecchia versione del Conto Energia Termico introdotta nel 2012 e quella definita 2.0?

Ecco una breve sintesi delle novità:

  • Più soggetti ammessi: ampliamento alle società “in house” e le cooperative di abitanti;
  • Nuovi interventi di efficienza energetica;
  • Dimensione impianti: Il Conto Termico 2.0 ha aumentato la dimensione massima degli impianti che danno diritto ad accedere agli incentivi
  • Snellimento della procedura di accesso ai fondi;
  • Rata più alta. Il limite per l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata è stato portato a 5.000 euro;
  • Tempistica ridotta: i tempi di pagamento dell’agevolazione economica per l’efficienza energetica si riducono a 2 mesi;

Conto termico 2.0: tutti gli incentivi più alti

Il Conto Energia Termico 2021 2.0 prevede un valore più elevato degli incentivi, rispetto alla versione precedente. Facciamo alcuni esempi:

  • Edifici nZEB (edifici a energia quasi zero): erogazione di una somma fino al 65% dal momento che producono energia da fonti rinnovabili
  • Isolamento termico e altro. In questo caso l’incentivo del Conto Termico 2.0 arriva fino al 40% nel caso in cui si svolgano lavori di isolamento termico di muri e coperture. Stesso discorso per la sostituzione degli infissi con modelli di nuova generazione progettati per garantire un maggiore risparmio energetico. Possono essere rimborsate anche le schermature solari, i lavori per migliorare l’efficienza dell’illuminazione degli interni, le tecnologie di Building Automation e l’installazione di una caldaia a condensazione. In quest’ultimo caso però forse è meglio ricorrere agli Ecobonus 2021, specie se si decide di installare anche un sistema per la termoregolazione degli ambienti.
  • Se abbinati aumentano: Se i lavori per l’isolamento termico siano abbinati alla sostituzione o realizzazione di altro impianto (solare termico, pompe di calore o caldaia a condensazione), l’incentivo concesso dal Conto Termico 2.0 sale al 50%.
  • Impianti e apparecchi. L’incentivo può salire fino al 65% della spesa sostenuta per la realizzazione di impianti solari termici, sistemi a pompe di calore (anche ibridi), caldaie e apparecchi a biomasse. Attenzione però alle irregolarità nel caso di eventuali controlli.
  • Rimborso diagnosi energetica e APE. E’ previsto un incentivo del 100% per le spese per la redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE).

Conto termico 2.0 anche per i privati

Innanzitutto, procediamo a definire per bene chi sono questi soggetti privati che possono accedere agli incentivi del Conto Termico 2.0. Per soggetti privati infatti si intendono:

  • Persone fisiche;
  • Condomini;
  • Titolari di reddito di impresa o di reddito agrario.

Gli interventi ammessi a questi incentivi sono l’installazione di impianti di piccole dimensioni per la produzione di energia termica e gli interventi per il risparmio energetico (sostituzioni di caldaie gpl o metano, per esempio, o nuove installazioni, valvole termostatiche, stufe a pellet e altro).

Qui di seguito abbiamo riportato una lista riassuntiva degli interventi che danno diritto agli incentivi disponibili:

  • Pompe di calore sia per la climatizzazione che per la produzione di acqua calda ad uso sanitario.
  • Sistemi ibridi a pompe di calore
  • Caldaie, termo-camini a biomassa, stufe a pellet e simili
  • Impianti solari termici e termodinamici anche nel caso in cui siano abbinati a tecnologia “solar cooling”, che permette la produzione di freddo, quindi il condizionamento nei mesi estivi.
  • Impianto solare termico per la produzione di acqua calda.

Conviene richiedere gli incentivi del Conto termico o la detrazione fiscale degli Ecobonus?

La risposta migliore a questa domanda è: dipende.

L’esempio più comune è quello relativo alla sostituzione della vecchia caldaia per il riscaldamento e l’acqua calda con una macchina di nuova generazione a condensazione. Se da un lato è vero che il Conto Termico 2.0 prevede questa possibilità, dall’altro è vero che lo Stato preferisce detrarre la “sua” spesa dall’Irpef con una rateazione di 10 anni, anziché sborsare direttamente i soldi tramite gli incentivi.

Questo si traduce con un iter burocratico piuttosto complesso per il Conto Termico, al contrario di quello degli Ecobonus. Pertanto, per questo caso specifico vi consigliamo di ricorrere alla detrazione fiscale degli Ecobonus che, tra l’altro ammonta al 65% nel caso in cui si installi contemporaneamente un sistema di termoregolazione

Ricorrendo agli ecobonus avrai anche la possibilità di ricorrere allo sconto in fattura anziché usufruire di una detrazione Irpef spalmabile in 10 anni In questo modo potrai avere uno sconto immediato sull’acquisto del bene o degli interventi effettuati, sia per l’efficientamento energetico che per i lavori di ristrutturazione edilizia.

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Conto termico 2021: tutte le novità

Tutte le novità sul conto termico 2021. Scopri tutti gli ultimi cambiamenti!

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Negli ultimi anni, una delle tematiche più affrontate nel dibattito politico italiano, è stata quella dell’aumento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio italiano, sia privato che pubblico. Sono state quindi approvate nel corso del tempo, tutta una serie di misure che vanno ad incentivare gli investimenti in tal senso. Ecobonus, Superbonus, Bonus infissi, Bonus Sud per le imprese, PNT 4.0 e Conto Termico, poi modificato nel Conto Termico 2021 sono solo alcune fra queste misure.

La pandemia di coronavirus che ci ha colpito a partire dall’inizio dello scorso anno ha inoltre gettato la nostra economia in una situazione drammatica. Per questo motivo, con l’arrivo del 2021 i nuovo governo Draghi ha dovuto prendere dei provvedimenti per rilanciarla. Molti di questi provvedimenti sono volti alla cosiddetta transizione ecologica e vanno quindi ad incentivare tutti quegli investimenti volti ad un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili. Ecco quindi che sono state rafforzate e potenziate molte delle misure precedentemente in vigore, come appunto il Conto Termico 2021.

In questo approfondimento, abbiamo cercato di focalizzarci però solamente su di una di queste misure: il Conto Termico con un focus particolare sulle novità che sono entrate in vigore nel 2021.

Per scoprire di più continua a leggere!

Che cos’è il Conto Termico?

Prima di parlare del Conto Termico 2021, riteniamo fare un breve riepilogo di cosa sia il normale Conto Termico.

Il Conto Termico è stato introdotto tramite il Decreto Ministeriale 28/12. Sostanzialmente è uno strumento grazie al quale imprese, privati e Pubbliche Amministrazioni possono usufruire di incentivi fiscali per interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili. Chi beneficia di questo strumento potrà godere di un recupero fiscale pari al 65% della spesa sostenuta fino all’esaurimento dei fondi (che di solito ammontano a 900 milioni di euro).

Sarà il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ad erogare questo contributo sulla base dei presupposti indicati nei criteri di legge. Fra questi figura ad esempio il possesso della Certificazione Ambientale. Si tratta di un documento che serve a certificare che i lavori svolti non avranno un forte impatto sull’ecosistema presente e che verranno eseguiti nel pieno rispetto dell’ambiente. In sostanza si tratta di un ulteriore incentivo ad utilizzare sempre più tecnologie green.

I beneficiari

I destinatari dei contributi previsti dal Conto Termico sono sostanzialmente due: privati e Pubbliche amministrazioni (anche Istituti Autonomi Case Popolari e le Cooperative di Abitanti presenti all’interno dell’Albo delle Cooperative) . Merita però specificare che per soggetti privati vengono intese anche le imprese.

Ovviamente, a seconda della tipologia di soggetto, pubblico o privato, è prevista anche una differente tipologia di contratto: per i privati avranno un contratto di servizio di energia, le PA invece di richiesta di prestazione energetica. Entrambi possono inoltrare direttamente la domanda per i contributi. In alternativa possono appoggiarsi alle cosiddette e ESCo (Energy Service Company) ovvero a quelle imprese che forniscono tutte quelle prestazioni utili per realizzare interventi di riqualificazione energetica.

Modalità di acceso

Imprese e PA possono accedere al contributo direttamente o su prenotazione (anche se questa modalità è riservata solamente alle PA).

I privati che decideranno di optare per l’accesso diretto dovranno inoltrare la propria richiesta al GSE entro 60 giorni dalla fine dei lavori. La documentazione sarà volta descrivere la tipologia di interventi eseguiti allegando tutta la documentazione relativa. Anche le pubbliche amministrazioni che decidono di optare per l’accesso diretto dovranno seguire questa procedura, con la sola differenza che dovranno obbligatoriamente usare la modulistica presente del portale del GSE.

Le Pubbliche Amministrazioni che invece intendono accedere al contributo su prenotazione dovranno inoltrare la domanda al GSE. All’interno della domanda dovrà essere presentato il progetto ed il preventivo relativo, pertanto dovrà essere inoltrata prima che vengano eseguiti gli interventi di riqualificazione. In questo caso le Pubbliche Amministrazioni dovranno stipulare un contratto di rendimento energetico.

Quali sono gli interventi che beneficiano del Conto Termico 2021?

Solamente alcuni interventi specifici possono beneficiare degli incentivi previsti dal conto termico 2021. Ecco quali:

  • Interventi per incrementare il potere isolante dell’involucro edilizio (isolamento termico);
  • Installazione di nuovi serramenti;
  • Sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con quelli a condensazione;
  • Installazione di impianto fotovoltaico;
  • Spese sostenute per quanto riguarda la certificazione energetica APE.

Il Conto Termico 2021, non è una detrazione, ma un incentivo. Non si tratta quindi di uno “sconto” sulle tasse da pagare, ma si tratta a tutti gli effetti di un bonifico bancario direttamente sul conto del soggetto che lo richiede.

Conto Termico 2021: tutte le novità

Come riportavamo all’inizio di questo articolo, l’emergenza sanitaria ha interessato anche il Conto Termico. Il legislatore infatti ha deciso di potenziarne l’efficacia tanto che possiamo parlare di un vero e proprio Conto Termico 2021.

Ma quali sono le novità di questo Conto Termico 2021? Esaminiamole qui di seguito.

  • Ampliamento della platea dei soggetti beneficiari del Conto Termico 2021. Ad oggi possono beneficiarne anche le società in house e le cooperative di abitanti.
  • Aumento della dimensione degli impianti che vi rientrano. Adesso possono rientrare negli incentivi del conto termico 2021 anche impianti più grandi e potenti. Una buona notizia anche per gli imprenditori quindi.
  • Ampliamento dell’elenco dei lavori ammessi alla detrazione. Oggi vi rientrano anche tutto quegli interventi come la Building Automation oppure la sostituzione dell’illuminazione interna.
  • Pagamento delle rate degli incentivi le in un’unica soluzione passando da 600 euro a 5.000 euro.
  • Snellimento della procedura. La procedura che deve essere seguita per presentare la domanda per accedere al Conto Termico 2021 è stata snellita, pertanto avrà tempi burocratici nettamente più veloci.
  • Aumento degli incentivi del Conto Termico 2021. Questi possono raggiungere il 65% del totale della spesa per impianti ed apparecchi così come possono arrivare al 40% per gli interventi di isolamento termico solamente. Se però si dovesse abbinare l’isolamento termico ad un’altra tipologia di installazione (impianto solare termico, caldaia a condensazione, eccetera) allora l’incentivo salirà fino al 50%.
  • Per gli APE invece è previsto un incentivo del 100% che quindi andrà a coprire totalmente i costi sostenuti.

Vuoi scoprire di più sul conto termico 2023 per le imprese o per le aziende come la tua? Allora clicca qui!

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Tutti i vantaggi delle pompe di calore per capannoni industriali

Le pompe di calore per capannoni industriali sono un’ottima soluzione per risparmiare sui costi della climatizzazione degli ambienti? Scopriamo tutti i vantaggi

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Se sei un imprenditore, probabilmente ti sarai trovato di fronte alla necessità di riscaldare o rinfrescare i locali della tua impresa. Locali che, specie nel caso dei grandi capannoni industriali non sono affatto piccoli e che pertanto potrebbero farti andare incontro ad una spesa notevole.

Quello della climatizzazione, sia invernale che estiva, dei capannoni industriali è un problema molto comune in ambito industriale. Molti di questi ambienti lavorativi infatti sono ancora oggi privi di impianti di climatizzazione, un fattore che può comportare diversi disagi sia per i lavoratori che per le stesse macchine.

Per questo motivo è pienamente comprensibile come sia necessario trovare la soluzione migliore, e più modulabile per rinfrescare e riscaldare il proprio ambiente di lavoro. E probabilmente, come avremo modo approfondire, la soluzione migliore è quella delle pompe di calore per capannoni industriali. Ciò in termini di efficienza, ma anche economici, specie se questa soluzione è integrata con un impianto fotovoltaico aziendale.

Se ti trovi a fronteggiare la necessità di riscaldare, o rinfrescare, un grande capannone industriale e stai cercando la soluzione migliore per farlo in questo approfondimento potrai trovare tutte le risposte ai tuoi dubbi. Per scoprire tutti i vantaggi delle pompe di calore per capannoni industriali continua a leggere!

I disagi di una mancata climatizzazione

La mancanza di un temperatura confortevole nell’ambiente di lavoro può infatti incidere negativamente sulla produttività dei lavoratori dell’azienda, ma non solo. Le temperature troppo alte, o troppo basse, possono provocare una mancanza di concentrazione negli operai, di conseguenza possono anche incidere negativamente sulla percentuale di infortuni sul lavoro.

Allo stesso modo, anche i macchinari necessitano di un ambiente di un certo tipo per funzionare correttamente. Un ambiente che non deve essere né troppo caldo, ne troppo freddo. Le schede elettroniche oppure apparecchiature particolarmente delicate come i laser, soffrono infatti particolarmente queste escursioni termiche. Ovviamente quanto abbiamo appena riportato dipende anche dal tipo di macchinari che vengono utilizzati nella tua impresa. Proprio a causa di questi macchinari infatti potrebbe essere necessario trovare una soluzione che sia anche modulabile a seconda dei vari ambienti di lavoro.

La stratificazione dell’aria nei capannoni industriali

Installare delle pompe di calore per capannoni industriali permette di risolvere in maniera efficace diverse problematiche. In particolare, il problema principale che ci si trova a dover affrontare quando si deve riscaldare o raffreddare un ambiente così grande è quello della stratificazione dell’aria.

Si tratta di un fenomeno che si manifesta a causa della differente densità di aria calda ed aria fredda. L’aria più calda infatti è più leggera, pertanto tenderà a salire verso l’alto. Se quindi il capannone ha dei soffitti particolarmente alti, il fenomeno della stratificazione dell’aria sarà particolarmente evidente. Un capannone industriale di questo tipo infatti difficilmente verrà riscaldato adeguatamente, nonostante l’impianto di riscaldamento esistente stia funzionando e consumando elettricità/gas.

In estate invece, sempre a causa della stratificazione dell’aria, è molto difficile garantire un ambiente uniformemente rinfrescato per i propri dipendenti e macchinari. Per farlo sarebbe infatti necessario spostare l’aria fredda uniformemente, il che, in ambiente particolarmente ampi come i capannoni non è affatto semplice.

Ecco quindi che non ricorrere a delle pompe di calore per capannoni industriali, potrebbe generare dei risultati scadenti dal punto di vista della climatizzazione. Non solo risultati scadenti dal punto di vista delle temperature percepite nei capannoni, ma anche dal punto di vista energetico andando incontro ad uno spreco di risorse ingente.

Come funzionano le pompe di calore

Prima di vedere come le problematiche elencate precedentemente possano essere risolte grazie alle pompe di calore riteniamo sia opportuno riepilogarne brevemente il loro funzionamento.

Innanzitutto le pompe di calore sono impianti in grado di sfruttare il principio naturale per il quale il calore si trasferisce da un corpo caldo ad uno freddo. La pompa di calore infatti è composta da un circuito interno che contiene un fluido o gas refrigerante, due scambiatori ed un compressore elettrico.

Il gas all’interno di questo circuito ha la capacità di assorbire il calore innalzando così la propria temperatura. Riscaldandosi, tramite gli scambiatori, il gas cederà la temperatura accumulata all’impianto di riscaldamento, riscaldando così l’ambiente.

Il calore viene prelevato da sorgenti esterne dando vita alla climatizzazione degli ambienti ed alla produzione dell’acqua calda sanitaria. A differenza delle caldaie a gasolio, a gas o a legna, quindi una pompa di calore, industriale e non, non brucia nulla. La particolarità dell’uso delle pompe di calore nei capannoni industriali è quindi quella che le sorgenti esterne di calore sono gratuite. Questo rende la pompa di calore una soluzione energetica economica.

I vantaggi Le pompe di calore per capannoni industriali

Quali sono quindi i vantaggi delle pompe di calore industriali? Proviamo a riassumerli brevemente qui di seguito:

Riduzione della stratificazione dell’aria

  • Installazione semplice. Le pompe di calore industriali sono composte da almeno una unità interna ed almeno una esterna, in base alla dimensione della superficie da climatizzare. Saranno le unità interne a rinfrescare o riscaldare il capannone. Se si dovesse verificare la necessità di spostare poi le pompe di calore sarà possibile farlo tranquillamente: basterà smontare l’impianto e rimontarlo dove più si desidera.
  • Impianti modulabili. Le pompe di calore per capannoni industriali sono solitamente modulabili, pertanto possono essere installate anche in più unità.
  • Silenziosità. Le moderne pompe di calore industriali hanno un’elevata riduzione del rumore di funzionamento. In questo modo contribuiranno a rendere l’ambiente di lavoro ancora più confortevole.
  • Riduzione dell’inquinamento. Le pompe di calore non emettono gas nell’atmosfera e possono vantare dei consumi ridotti. Tutti fattori particolarmente apprezzati da chi ha a cuore l’ambiente.
  • Risparmio: le pompe di calore funzionano prevalentemente grazie all’elettricità. Pertanto con questa soluzione potrete eliminare i costi per serbatoi di carburante e rifornimenti di combustibile. Inoltre, i consumi elettrici sono particolarmente ridotti se deciderai di integrare un impianto fotovoltaico sui tuoi capannoni industriali!
  • Incentivi fiscali: sostituire il vecchio impianto di climatizzazione con uno nuovo impianto con pompe di calore per capannoni industriali ti permetterà di risparmiare ulteriormente grazie ad incentivi statali come il Conto Termico (se vuoi scoprire le novità sul Conto Termico 2023 clicca qui!) o altri attualmente in vigore.

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Fotovoltaico su capannoni industriali: tutti i vantaggi

Fotovoltaico su capannoni industriali come copertura: ecco tutti i vantaggi

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Se sei un imprenditore, probabilmente starai già pensando al fatto che installare un impianto fotovoltaico su capannoni industriali in cui ha sede la tua azienda potrebbe essere un investimento intelligente. Installare un impianto fotovoltaico su capannoni industriali in effetti potrebbe permettere alla tua impresa di ridurre notevolmente le spese energetiche, aumentare la propria indipendenza dalla rete elettrica, aumentare il valore dell’immobile sul quale sono installati e non da ultimo, anche contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici.

Tuttavia, il costo dell’investimento per installare un impianto fotovoltaico su capannoni industriali, non è affatto irrisorio. Per questo motivo, nonostante gli incentivi fiscali per il fotovoltaico in vigore nel 2023, non tutte le aziende potrebbero essere in grado di affrontare questo tipo di investimenti.

Ma quindi, quando si può considerare questa opzione valida? Quando si potrebbero ottenere veramente i vantaggi sopra descritti?

Abbiamo deciso di interpellare i nostri esperti per provare a rispondere a queste domande

Fotovoltaico su capannoni industriali: installarlo sui tetti è possibile!

Installare un impianto fotovoltaico su capannoni industriali è possibile per tutta una serie di motivi che analizzeremo qui di seguito.

Il primo motivo per cui è possibile è perché gli impianti fotovoltaici aziendali sono modulari, quindi facilmente componibili. Strettamente correlato a questo motivo c’è il fatto che le moderne tecnologie ne permettono l’installazione su quasi tutte le coperture esistenti. Questo significa quindi che installare dei moduli fotovoltaici sulle coperture dei tetti dei capannoni industriali tra cui tetti piani, coperture a falda, a shed e a mezza botte dovrebbe essere fattibile nella quasi totalità dei casi.

In particolare, i moduli fotovoltaici, sono solitamente montati su apposite guide che a loro volta, tramite viti, bulloni e/o morsetti sono fissate sulla copertura del capannone industriale. In caso di tetto piano, al fine di evitare di forare la copertura, i moduli fotovoltaici sono tenuti fermi grazie ad apposite zavorre opportunamente posizionate sul tetto fotovoltaico.

Tagliare la bolletta con l’autoconsumo

Una volta risolta la problematica legata all’ubicazione dei moduli fotovoltaici proviamo a prendere in esame i vantaggi.

Senza dubbio, il principale vantaggio dei pannelli solari, è quello di permettere al possessore di utilizzare l’energia elettrica prodotta per i propri consumi aziendali. In questo modo, la quantità di energia che la tua azienda preleverebbe normalmente dalla rete elettrica per la sua attività, potrà essere ridotta significativamente. Di conseguenza, prelevando meno energia, caleranno anche i costi della bolletta elettrica.

Tuttavia, l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico installato sul tuo capannone industriale, dovrà essere consumata immediatamente. Pertanto, la percentuale di autoconsumo che la tua azienda sarà in grado di raggiungere, dipenderà dalla corrispondenza tra le curve di produzione dell’impianto fotovoltaico e quelle di consumo dell’energia dell’azienda.

Peak shaving e l’importanza di affidarsi a professionisti

Proviamo a fare un esempio per spiegarci meglio. Se la produzione della tua azienda si concentra sulle fasi centrali della giornata, quando il sole è alto in cielo, l’impianto fotovoltaico che hai installato sul tetto produrrà una notevole quantità di energia.

Questa energia però deve essere, in assenza di batterie di accumulo, consumata istantaneamente. Pertanto, se l’attività produttiva della tua azienda si concentra quando il fotovoltaico è più efficiente, potrai avere una riduzione significativa dei picchi di potenza di assorbimento dalla rete. Quanto abbiamo descritto, che gergo viene detto effetto Peak Shaving.

Proprio in virtù di garantirti il miglior effetti Peak Shaving dovrai quindi prestare attenzione alla scelta dell’azienda che effettuerà l’installazione dell’impianto fotovoltaico su capannoni industriali e del suo dimensionamento. Sono poche le aziende infatti che, come noi, sono in grado di garantire know-how ed esperienza, al fine di evitare problematiche future sull’impianto e sulla copertura.

Detto questo, in base alla nostra esperienza, possiamo affermare che considerando gli attuali prezzi dei componenti fotovoltaici e gli attuali prezzi dell’energia elettrica applicati alle utenze industriali, l’incremento di potenza è sempre benefico per l’azienda. L’unico fattore limitante è semmai, lo spazio a disposizione sulla copertura del tuo capannone industriale sul quale installare l’impianto fotovoltaico. Ad esempio, per installare 1 MWp di fotovoltaico è necessaria un superficie netta all’incirca pari a 600-700 m2.

Vendere l’energia che il tuo fotovoltaico produce in eccesso

Durante le ore centrali della giornata, l’energia elettrica prodotta dal tuo fotovoltaico sui capannoni industriali della tua azienda potrebbe essere maggiore di quella consumata. Per questo, l’energia in eccesso, può essere ceduta alla rete elettrica nazionale e valorizzata secondo le regole del mercato elettrico. 

In questo caso potresti avvalerti di ben 3 alternative tramite cui vendere questa energia:

  1. Scambio sul Posto per impianti fotovoltaici di potenza fino a 500 kW,
  2. Ritiro Dedicato 
  3. Vendita sul mercato libero.

Un Fotovoltaico su capannoni industriali è sinonimo di Valore aggiunto e immagine “green”

L’impianto fotovoltaico su capannoni industriali non è solo un investimento economico con un buon ritorno. Ricorrere a questo tipo di soluzione ti permette anche di aumentare il valore delle proprietà immobiliari su cui è installato. Ma non è tutto.

Ricorrere alle energie rinnovabili per il proprio fabbisogno elettrico ti permette anche di offrire un’immagine di un’azienda attenta all’ambienta che la circonda. Puntare sulla responsabilità ambientale è un plus molto spendibile in ambito comunicativo. Infatti molti studi dimostrano che promuovere un immagine green contribuirà a migliorare la percezione che i clienti hanno della tua azienda.

Infine è sempre necessario tenere a mente che l’energia solare fotovoltaica riduce l’inquinamento ambientale. Ricorrendo al fotovoltaico possiamo riuscire ad evitare nuove immissioni in atmosfera di CO2 per un valore medio stimato di 0,5 kg per kWh prodotto. Un beneficio che equivale a piantare 6 alberi di grandi dimensioni.

Affidati a Solar Cash s.r.l. per il tuo Fotovoltaico su capannoni industriali

Solar Cash s.r.l. può vantare una lunga esperienza nella progettazione ed installazione di impianti fotovoltaici industriali. Sono infatti molte le aziende che ci hanno coinvolto nei loro progetti di installazione di un impianto fotovoltaico sui capannoni industriali e commerciali in tutto il territorio italiano.

Solar Cash è in grado di fornirti un impianto fotovoltaico ottimizzato per la tua impresa, garantito e a investimento iniziale zero oltre a garantirti l’accesso agli incentivi statali in vigore. In questo modo riuscirai i limitare il costo dell’investimento notevolmente ed a rientrare dell’esborso in tempi rapidissimi!

 

Per scoprire di più compila il form che trovi in questa pagina ed aspetta di essere ricontattato da un nostro consulente!

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